Le mobilitazioni di questi ultimi giorni hanno concentrato di nuovo l’attenzione di tutto il paese sui diritti degli studenti e le lotte per riconquistarli, togliendo il centro del palco ai giochi di potere e alle mosse “politiche” di palazzo interni al Governo e al Parlamento.

Hanno evidenziato come il diritto allo studio, la necessità di un’Università e una scuola pubbliche, libere dalle logiche del profitto, costruite da chi ne è il nucleo vitale (studenti, docenti, personale a.t.a, ricercatori, precari, ecc.) e non da chi vuole svuotarle e distruggerle per favorire le imprese e la Confindustria, siano esigenze reali che riempiono le strade, occupano scuole e facoltà e creano un’elettricità che investe di fatto tutte e tutti.

E’ stato dimostrato anche che i luoghi dove vengono cancellati i diritti, dove viene cancellato il futuro di intere generazioni, dove si spara indiscriminatamente sulle vite di studenti, lavoratori, migranti, donne non sono templi inviolabili e che quando viene messo in discussione in modo sostanziale un diritto, come quello allo studio nel caso del Ddl Gelmini sull’Università in discussione in questi giorni al Parlamento, sia non solo un diritto ma un dovere violare questi luoghi, violarli per far vedere totalmente e direttamente a ministri e politici a chi levano la possibilità di costruire la propria vita in modo libero e degno.

Ecco perché crediamo che l’assedio fatto dagli studenti al Senato qualche giorno fa, le occupazioni delle scuole e delle facoltà, i blocchi di stazioni, aeroporti e città vadano ribaditi e continuati a partire da oggi martedì 30 novembre dove come in tantissime città d’Italia anche a Milano un corteo che dimostri la determinazione di questi giorni, nonostante la repressione (licei occupati sgomberati e violenze nelle piazze da parte delle forze dell’ordine), speriamo rilanci dopo le occupazioni anche del Colosseo, della Torre di Pisa e della Mole Antonelliana l’esigenza di uno sciopero generale dal basso costruito da tutte/i per bloccare realmente il paese, imporre il ritiro della riforma Gelmini, cacciare questo Governo e riprenderci in mano le nostre vite.

 SCATENIAMO QUESTO CONFLITTO, CONTRO I TAGLI ATTACCHIAMO IL PROFITTO!

 

ASSEMBLEA DEI COLLETTIVI